Marc Segar era un ragazzo inglese con la Sindrome di Asperger. Un incidente d’auto gli ha tolto la vita a soli ventitré anni nel 1997. La sua Guida alla sopravvivenza, che pubblichiamo per la prima volta in italiano, è stato uno dei primi testi in cui qualcuno di noi si è imbattuto quando ha scoperto di essere autistico a sua volta. Benché sia stata scritta dodici anni fa, la Guida rimane un documento significativo e importante. Significativo in primo luogo perché testimonia un percorso di presa di coscienza sulle problematiche che le persone autistiche si trovano a dover affrontare nella vita, esperienza che si traduce in consigli per quanti dopo di lui si troveranno nelle medesime situazioni (inedito assoluto per la storia del discorso sulle disabilità, a proporre strategie per affrontare i problemi è in questo caso chi li vive in prima persona, non professionisti a ciò delegati). Importante perché effettivamente coglie nel segno, individuando uno spettro di situazioni problematiche e di tattiche per farvi fronte. Cosa non facile, per una condizione sfuggente come l’autismo ad alto funzionamento, le cui fenomenologie sono tanto disparate per forma e grado da rendere precaria l’individuazione di caratteri comuni tra quanti pure si trovano accomunati da una medesima diagnosi.